Toto Wolff è sempre stato un personaggio particolare e davvero unico nel suo genere e nelle ultime uscite ha potuto parlare male di Netflix.
Il mondo della F1 è ormai direttamente collegato con quello dei social network e delle serie tv ed è dunque normale che uno dei colossi di questo tipo di spettacolo e di intrattenimento sia stato incantato dai motori e dalle quattro ruote più veloci del mondo tanto da farne una serie tv.
Netflix ha infatti deciso di realizzare una docu serie dal nome Drive to Survive che diventerà disponibile a tutti gli iscritti alla piattaforma in streaming solamente dall’11 marzo e per questo motivo è normale che tutti i protagonisti diretti di questa serie siano stati informati prima e Toto Wolff ha rilasciato dichiarazioni al veleno.
Il mondo dello spettacolo e della televisione è profondamente cambiato negli ultimi anni e il passaggio dal piccolo schermo a internet è diventato sempre più netto e chiaro in questi mesi quando il colosso americano Netflix ha preso in mano il possesso di tutte le varie forma di espansione a livello mondiale delle serie tv.
Le storiche programmazioni a puntate sono ormai state tutte prese dall’azienda e sono tantissime le novità che vengono proposte ogni mese riuscendo in alcuni casi a creare dei veri e propri fenomeni mediatici come è stato per La Casa di Carta.
Un’altra serie tv che ha avuto molto successo è stata quella dedicata alla F1 dal nome Dirve to Survive, una docu serie che spiega da vicino il mondo dei motori e delle quattro ruote e dove i protagonisti non sono attori ma sono gli stessi personaggi che popolano il mondo delle corse.
Chi ha voluto esprimersi per primo su questa nuova serie è stato il team principal della Mercedes Toto Wolff che come al solito non è stato mai banale e scontato, tanto da dichiarare apertamente che secondo lui questa serie è orrenda.
“Ho visto gli episodi uno e due e li odio. Ora siamo partecipanti, siamo cresciuti gradualmente e non voglio davvero che le telecamere siano puntate su di me. Fa parte del mio lavoro e devo parlare delle auto del lato commerciale della F1″.
Con queste forti dichiarazioni si è espresso Wolff ai microfoni di Independent Ireland, parole che hanno sicuramente sconvolto tutti, dato che il colosso statunitense ha investito tantissimo per quanto riguarda la produzione di questa serie tv e nessuno si aspettava una bocciatura così netta da parte di un personaggio così influente.
La F1 è sicuramente uno degli sport più amati e affascinanti nel mondo e sono davvero in tantissimi in tutto il pianeta a seguire le gesta di questi piloti meravigliosi che ogni volta che scendono in pista rischiano seriamente la propria vita.
Sono dunque normali gli interessi che girano attorno a questo mondo e tutti vogliono cercare di raccontare a modo loro le imprese dei vari piloti, il problema è che i film dedicati al mondo dello sport non possono in alcun modo essere fedeli alla reale storia che si è andata a narrare.
Prendiamo uno dei casi più famosi, ovvero quello di Rush, film che ha cercato di raccontare il Mondiale 1976 e la rivalità tra Lauda e Hunt, uno dei duelli più favolosi e magici nella storia della F1, ma purtroppo c’era un particolare nella storia reale che non poteva essere accettato dai produttori.
L’austriaco e l’inglese infatti erano grandi amici nella vita reale e sebbene in pista si fossero scannati per tutto l’anno per ottenere la vittoria, i due erano seriamente contenti di poter essere loro due a contendersi il titolo, ma nei film servono i buoni e i cattivi ed è per questo motivo che magicamente i due diventano acerrimi rivali.
Purtroppo è questo il grande limite dei film e che, personalmente, non riescono a poter essere presi seriamente né da quella fetta di pubblico che magari vorrebbe godersi solamente uno spettacolo per un paio d’ore né per chi è appassionato della tematica e vorrebbe saperne sempre di più.
I film dovrebbero solamente ispirarsi alla realtà, ma non si può avere la presunzione di raccontare e romanzare la realtà e anche se Drive to Survive vuole essere molto più simile a un documentario, non è difficile immaginare che nel breve periodo nessuno si ricorderà più di questo esperimento sociale di Netflix, già ampiamente bocciato da Toto Wolff.
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